REGOLO IL CONTRASTO

di

Gabriel Lure

 

Regolo il contrasto,smusso le ombre,rievoco pensieri che a parole per molti non hanno senso, mordicchio la lingua per rendermi conto che sono sveglio, che nonostante tutto non sia un incubo o un sogno da tenere a mente.

La poesia,la poesia,la poesia, l'ho incontrata a cinque anni, per caso, un vecchio libro di mio nonno o di mio padre, lo lessi avidamente, cercando di capire, d'immedesimarmi e penso di esserci riuscito nel migliore dei modi che il mio estro ha espresso da allora fino adesso.

Ho provato a scrivere libri di qualsiasi specie, ne avrò scritti almeno una quarantina, ma son rimasti in quarantena in ripostiglio, non li ritenevo adatti, tutti scritti prima dei sedici anni, trattati di filosofia, psicologia, sociologia, gialli, romanzi e via dicendo, tutti incentrati sull'humanitas, sull'amore socratico di
svelare a me stesso gli altri attraverso loro stessi,ma come tutti i miei temi,sicuramente non supererebbero la mediocrità. Devo dire che con la poesia,ho gettato nuove strade,lì dove le nebbie dell'implausibile dicevano di non tentare, diciamo che ho fatto scuola ad un bel po' di giovani menti e canute esistenze. Ho incontrato bastardi di tutte le specie, traditori, bugiardi, amici, lestofanti, ma tutti alla fine concordano sulla mia insanità mentale ed io ne vado fiero, se essere savi vuol dire inculare il prossimo, allora voglio essere l'appeso delle carte dei tarocchi, il folle per antonomasia, lo scemo del villaggio. Non sono un santo, ben me ne curo da dirlo e farlo, ma semplicemente sono una persona giusta, dico in faccia quanto penso e sottovaluto il fatto che gli altri nella loro cattiveria, rigirano le parole alle spalle, come coltelli nelle ferite, mi viene da ridere.

Giusto pochi giorni fa ho chiuso con quello che a torto od a ragione credevo il mio primo vero amico, finora anche i più intimi erano conoscenti barra amici, anzi no il terzo, i primi due me li sono giocati per troppa onestà morale nei loro confronti, ma è passata una vita e loro ne sono usciti grazie a me vincitori, come sempre mi prendo tutte le mestrue glorie, per salvar la dignità degli altri, son proprio pazzo..........
 

La poesia, la poesia termine greco che vuol dire nella sua complessità creare dal nulla, per me creare dal nulla vuol dire liberare, mi ricorda socrate, l'ironia socratica. Ma forse solo a me.

La poesia,la poesia, trovare due poeti concordi su d'un argomento è più difficile di fare nove più uno al superenalotto. I poeti non sono una gilda come gli scrittori, i giornalisti, gli architetti, i dottori, i poeti sono creature effimere che nascondono il loro sogno lontano dagli altri, quasi non ne parlano per non insozzarlo, a volte lo dimenticano loro stessi, i poeti sono i cinici per antonomasia, quelli che riescono a provare tutto senza averlo vissuto in prima persona, attori senza palcoscenico, pozze d'acqua nel deserto di marte che nessuno scoprirà mai.

Sia chiaro odio la parola mai, mi sa di sempre, di bugia, di finzione.

I poeti non sono poeti, lo sanno per loro natura di non esserlo, sono gli altri ad appellarli in cotal guisa, provate a chiedere ad un poeta: "Chi sei?"e lui non la smetterà più di smettere di dire ciò che non è.

La poesia,la poesia, leggo da quando avevo quattro anni, ho letto di tutto,sono diventato onnivoro di letture, a casa avrò più o meno quindicimila libri,tutti letti per inciso ed almeno altrettanti albi di fumetti ecc. ecc.

Ho smesso di leggere avvicinandomi alla scuola dell'obbligo, riprendevo in estate, durante il periodo scolastico non ne avevo voglia neanche a brodo, come si suol dire, incontravo compagni con le mie stesse passioni, ma erano le loro, le vivevano a modo loro, spesso ci cimentavamo a sproloqui ed a tezzoni per amorose ipotetiche, ma io avevo scarsi risultati, diciamolo chiaramente non leccavo il culo, quindi passavo per strambo e mi sfottevano tutti e le ipotetiche amorose erano inclini per i miei avversari, ma non importa è acqua passata, che ormai ho convogliato in fogna verso meri abissi.

La poesia,la poesia,la poesia, tempo fa un mio ex compagno di sventure scolastiche, mi suggerì di scrivere romanzi, con la superficialità e la semplicità con la quale si giudica gli altri per non giudicare se stessi, non lo biasimo, capisco bene il suo punto di vista, ma un romanzo è un labirinto che ha un'uscita, la poesia no ed io amo all'infinito perdermi verso l'indefinito, un romanzo quando l'hai finito chiudi il libro e ne rimane la copertina, una poesia te la porti dentro tutta la vita, se non la sai zittire o ignorare.

Per tutti quelli che credono che la psicologia sia una mera scienza, ravvedetevi, non lo è e non è nata con freud, ma è nata con  la poesia, psicologia e poesia, filosofia e poesia, biologia e poesia, vanno a braccetto dall'alba dei tempi, basta pensare che bios e logos sono il culmine della poesia greca da sempre, bios che vuol dire sia vita che arco e logos che vuol dire parola o discorso o filosofia amore per il sapere e così via per tutta la terminologia greca in poi, molto feng shui, equilibrio nelle parole uguale equilibrio di significato, ogni entità calza a pennello nel suo stato, sprigionando il dinamico che lo circonda, un yin yang evolutivo involutivo universale, in continua espansione e non nel nulla o nel vuoto come gli scienziati vogliono farci credere,anche l'antimateria è materia,solo che ancora non hanno le prove tangibili per poterla appellare in altro modo,un po' come l'anima,qualcuno di voi l'ha vista?

La poesia,la poesia, a volte penso ai vari premi letterari, prima ancora di conoscere i partecipanti, si sa il vincitore e poi dicono che non ci sono i miracoli, l'editoria ne fa e tanti anche. Tanto di cappello a chi vince, ma soprattutto a chi perde, tanto di cappello a chi non partecipa, i miei preferiti, perchè tengono per loro le loro creature mostruose, tanto di cappello a chi regala l'arte e non ci specula, ma siamo in pochi, in via d'estinzione, tanto di cappello a Dio che ha creato tutto 'sto ben di Dio e noi ci sguazziamo dentro rovinandolo, un po' come le rane con giove, peccato che il cataclisma biblico tardi ad arrivare........tanto di cappello a tutti coloro che nonostante tutto continuano ad aver fede, a sognare, a sperare, a sopravvivere. L'Italia è uno di quei paesi, dove tutto è una bolgia, abbiamo la chiesa e la massoneria, il nord ed il sud, l'identità fascista e la non identità nazionale, il comunismo fatto dai ricchi ed il razzismo degli stessi emigranti, c'è di tutto ecco perchè ce la mettono continuamente in culo, perchè non riusciamo a mettere un punto lì dove va messo, lì dove, bisogna prendersi le proprie responsabilità, invece di tergiversare da anni ed anni ed anni. E' un paese dove i magistrati diventano politici, da non credere........... dove i politici diventano opinionisti, da non credere........ dove le ragazze per sfondare devono per forza mostrare di avere una quinta di reggiseno, da non credere.......... dove chi ha i soldi spara cagate talmente grosse che si sciolgono i ghiacciai ai poli e continua a governare, attenzione che sia dell'una o dell'altra parte del governo, ricordiamoci che rubano minimo cinquemila euro al mese, minimo, minimo, da non credere......................... E'uno di quei paesi dove la forza lavoro è straniera, le nostre fabbriche ne sono l'esempio, la classe dirigente è raccomandata o dalla politica o dai ricconi, quella politica è collusa, la maggior parte, anche se io penso, che per fare il politico devi essere un gran figlio di buona donna ed avere un grosso armadio per tutti gli scheletri che nascondi, la magistratura è di parte, altro che giustizia bendata ed equa bilancia, provate da poveracci a non pagar le tasse e poi raccontatemi se non vi sequestrano i beni anche gli organi..... E' uno di quei paesi dove per trovare lavoro vai dal boss locale per farti raccomandare al politico o l'ente di turno, per poi rimanere schiavo devoto a vita, da non credere, eppure questa è l'Italia, dove tutti sanno e nessuno parla, questa è la nuova cultura televisiva, dovrebbero chiudere le scuole ed aprire canali tematici tanto non cambia molto, quelli che sanno e sanno fare rimangono al palo nella speranza di lavorare,quelli che non sanno aspettano solo di esser promossi verso nuovi ruoli,ci sono persone che spaziano durante la loro vita lavorativa,da che ne so:da direttore di teatro a professore universitario di medicina con venti cattedre a direttore generale dei trasporti,fino a diventare ministro,miracoli italiani e poi dicono che non avvengono miracoli......... lo so!

Stop!

Le conoscete tutte 'ste schifezze, ma sapete da buon cinico quale sono, mi piace seviziare le coscienze, ogni volta che qualcuno mi dice:"davvero?!!!",con aria stupefatta,mi viene voglia di suicidarmi, che ne so: gli uccelli hanno le ali,quindi volano;"davvero?!?!?!?!?!?"ecco mi suiciderei ancora non hanno capito che i miracoli si possono fare, come nella poesia, si parla di tutto - si parla di niente, purchè se ne parli.


"DAVVERO..........."
 

- BANG -

 


 


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