Regolo il contrasto,smusso le
ombre,rievoco pensieri che a parole per molti non hanno senso, mordicchio la
lingua per rendermi conto che sono sveglio, che nonostante tutto non sia un
incubo o un sogno da tenere a mente.
La poesia,la poesia,la poesia,
l'ho incontrata a cinque anni, per caso, un vecchio libro di mio nonno o di mio
padre, lo lessi avidamente, cercando di capire, d'immedesimarmi e penso di
esserci riuscito nel migliore dei modi che il mio estro ha espresso da allora
fino adesso.
Ho provato a scrivere libri di
qualsiasi specie, ne avrò scritti almeno una quarantina, ma son rimasti in
quarantena in ripostiglio, non li ritenevo adatti, tutti scritti prima dei
sedici anni, trattati di filosofia, psicologia, sociologia, gialli, romanzi e
via dicendo, tutti incentrati sull'humanitas, sull'amore socratico di
svelare a me stesso gli altri attraverso loro stessi,ma come tutti i miei
temi,sicuramente non supererebbero la mediocrità. Devo dire che con la poesia,ho
gettato nuove strade,lì dove le nebbie dell'implausibile dicevano di non
tentare, diciamo che ho fatto scuola ad un bel po' di giovani menti e canute
esistenze. Ho incontrato bastardi di tutte le specie, traditori, bugiardi,
amici, lestofanti, ma tutti alla fine concordano sulla mia insanità mentale ed
io ne vado fiero, se essere savi vuol dire inculare il prossimo, allora voglio
essere l'appeso delle carte dei tarocchi, il folle per antonomasia, lo scemo del
villaggio. Non sono un santo, ben me ne curo da dirlo e farlo, ma semplicemente
sono una persona giusta, dico in faccia quanto penso e sottovaluto il fatto che
gli altri nella loro cattiveria, rigirano le parole alle spalle, come coltelli
nelle ferite, mi viene da ridere.
Giusto pochi giorni fa ho
chiuso con quello che a torto od a ragione credevo il mio primo vero amico,
finora anche i più intimi erano conoscenti barra amici, anzi no il terzo, i
primi due me li sono giocati per troppa onestà morale nei loro confronti, ma è
passata una vita e loro ne sono usciti grazie a me vincitori, come sempre mi
prendo tutte le mestrue glorie, per salvar la dignità degli altri, son proprio
pazzo..........
La poesia, la poesia termine
greco che vuol dire nella sua complessità creare dal nulla, per me creare dal
nulla vuol dire liberare, mi ricorda socrate, l'ironia socratica. Ma forse solo
a me.
La poesia,la poesia, trovare
due poeti concordi su d'un argomento è più difficile di fare nove più uno al
superenalotto. I poeti non sono una gilda come gli scrittori, i giornalisti, gli
architetti, i dottori, i poeti sono creature effimere che nascondono il loro
sogno lontano dagli altri, quasi non ne parlano per non insozzarlo, a volte lo
dimenticano loro stessi, i poeti sono i cinici per antonomasia, quelli che
riescono a provare tutto senza averlo vissuto in prima persona, attori senza
palcoscenico, pozze d'acqua nel deserto di marte che nessuno scoprirà mai.
Sia chiaro odio la parola mai,
mi sa di sempre, di bugia, di finzione.
I poeti non sono poeti, lo
sanno per loro natura di non esserlo, sono gli altri ad appellarli in cotal
guisa, provate a chiedere ad un poeta: "Chi sei?"e lui non la smetterà più di
smettere di dire ciò che non è.
La poesia,la poesia, leggo da
quando avevo quattro anni, ho letto di tutto,sono diventato onnivoro di letture,
a casa avrò più o meno quindicimila libri,tutti letti per inciso ed almeno
altrettanti albi di fumetti ecc. ecc.
Ho smesso di leggere
avvicinandomi alla scuola dell'obbligo, riprendevo in estate, durante il periodo
scolastico non ne avevo voglia neanche a brodo, come si suol dire, incontravo
compagni con le mie stesse passioni, ma erano le loro, le vivevano a modo loro,
spesso ci cimentavamo a sproloqui ed a tezzoni per amorose ipotetiche, ma io
avevo scarsi risultati, diciamolo chiaramente non leccavo il culo, quindi
passavo per strambo e mi sfottevano tutti e le ipotetiche amorose erano inclini
per i miei avversari, ma non importa è acqua passata, che ormai ho convogliato
in fogna verso meri abissi.
La poesia,la poesia,la poesia,
tempo fa un mio ex compagno di sventure scolastiche, mi suggerì di scrivere
romanzi, con la superficialità e la semplicità con la quale si giudica gli altri
per non giudicare se stessi, non lo biasimo, capisco bene il suo punto di vista,
ma un romanzo è un labirinto che ha un'uscita, la poesia no ed io amo
all'infinito perdermi verso l'indefinito, un romanzo quando l'hai finito chiudi
il libro e ne rimane la copertina, una poesia te la
porti dentro tutta la vita, se non la sai zittire o ignorare.
Per tutti quelli che credono
che la psicologia sia una mera scienza, ravvedetevi, non lo è e non è nata con
freud, ma è nata con la poesia, psicologia e poesia, filosofia e poesia,
biologia e poesia, vanno a braccetto dall'alba dei tempi, basta pensare che bios
e logos sono il culmine della poesia greca da sempre, bios che vuol dire sia
vita che arco e logos che vuol dire parola o discorso o filosofia amore per il
sapere e così via per tutta la terminologia greca in poi, molto feng shui,
equilibrio nelle parole uguale equilibrio di significato, ogni entità calza a
pennello nel suo stato, sprigionando il dinamico che lo circonda, un yin yang
evolutivo involutivo universale, in continua espansione e non nel nulla o nel
vuoto come gli scienziati vogliono farci credere,anche l'antimateria è
materia,solo che ancora non hanno le prove tangibili per poterla appellare in
altro modo,un po' come l'anima,qualcuno di voi l'ha vista?
La poesia,la poesia, a volte
penso ai vari premi letterari, prima ancora di conoscere i partecipanti, si sa
il vincitore e poi dicono che non ci sono i miracoli, l'editoria ne fa e tanti
anche. Tanto di cappello a chi vince, ma soprattutto a chi perde, tanto di
cappello a chi non partecipa, i miei preferiti, perchè tengono per loro le loro
creature mostruose, tanto di cappello a chi regala l'arte e non ci specula, ma
siamo in pochi, in via d'estinzione, tanto di cappello a Dio che ha creato tutto
'sto ben di Dio e noi ci sguazziamo dentro rovinandolo, un po' come le rane con
giove, peccato che il cataclisma biblico tardi ad arrivare........tanto di
cappello a tutti coloro che nonostante tutto continuano ad aver fede, a sognare,
a sperare, a sopravvivere. L'Italia è uno di quei paesi, dove tutto è una
bolgia, abbiamo la chiesa e la massoneria, il nord ed il sud, l'identità
fascista e la non identità nazionale, il comunismo fatto dai ricchi ed il
razzismo degli stessi emigranti, c'è di tutto ecco perchè ce la mettono
continuamente in culo, perchè non riusciamo a mettere un punto lì dove va messo,
lì dove, bisogna prendersi le proprie responsabilità, invece di tergiversare da
anni ed anni ed anni. E' un paese dove i magistrati diventano politici, da non
credere........... dove i politici diventano opinionisti, da non credere........
dove le ragazze per sfondare devono per forza mostrare di avere una quinta di
reggiseno, da non credere.......... dove chi ha i soldi spara cagate talmente
grosse che si sciolgono i ghiacciai ai poli e continua a governare, attenzione
che sia dell'una o dell'altra parte del governo, ricordiamoci che rubano minimo
cinquemila euro al mese, minimo, minimo, da non credere.........................
E'uno di quei paesi dove la forza lavoro è straniera, le nostre fabbriche ne
sono l'esempio, la classe dirigente è raccomandata o dalla politica o dai
ricconi, quella politica è collusa, la maggior parte, anche se io penso, che per
fare il politico devi essere un gran figlio di buona donna ed avere un grosso
armadio per tutti gli scheletri che nascondi, la magistratura è di parte, altro
che giustizia bendata ed equa bilancia, provate da poveracci a non pagar le
tasse e poi raccontatemi se non vi sequestrano i beni anche gli organi..... E'
uno di quei paesi dove per trovare lavoro vai dal boss locale per farti
raccomandare al politico o l'ente di turno, per poi rimanere schiavo devoto a
vita, da non credere, eppure questa è l'Italia, dove tutti sanno e nessuno
parla, questa è la nuova cultura televisiva, dovrebbero chiudere le scuole ed
aprire canali tematici tanto non cambia molto, quelli che sanno e sanno fare
rimangono al palo nella speranza di lavorare,quelli che non sanno aspettano solo
di esser promossi verso nuovi ruoli,ci sono persone che spaziano durante la loro
vita lavorativa,da che ne so:da direttore di teatro a professore universitario
di medicina con venti cattedre a direttore generale dei trasporti,fino a
diventare ministro,miracoli italiani e poi dicono che non avvengono
miracoli......... lo so!
Stop!
Le conoscete tutte 'ste
schifezze, ma sapete da buon cinico quale sono, mi piace seviziare le coscienze,
ogni volta che qualcuno mi dice:"davvero?!!!",con aria stupefatta,mi viene
voglia di suicidarmi, che ne so: gli uccelli hanno le ali,quindi
volano;"davvero?!?!?!?!?!?"ecco mi suiciderei ancora non hanno capito che i
miracoli si possono fare, come nella poesia, si parla di tutto - si parla di
niente, purchè se ne parli.
"DAVVERO..........."
- BANG -
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