Un Poeta Infranto al Convegno del Pascoli
di Lylo Santamaria Bella
A fine settembre a San Mauro Pascoli si festeggerà il 150° anniversario
di un poeta che ha saputo raccontare la Poesia con gli occhi di un bambino
, descrivendo le proprie ansie e le proprie paure in una tavolozza di
intense emozioni, di profonde sensazioni, di innati sentimenti
che lo hanno reso celebre non solo per il suo narrare, ma anche per la sua
malinconica, a volte anche triste, vita.
Sapete sono un poeta anche io e per l’occasione sono stato invitato a
presenziare con noti ed illustri professori e poeti del panorama
nazionale.
Qualcuno potrebbe
dire che sono fortunato, ma io preferisco
considerarmi un Poeta Infranto alla Corte dei Pascoliani.
La mia Poesia si
avvicina molto a quella del Pascoli, perché è semplice, e forse e proprio
per questo motivo che mi invitano a molti convegni di Poesia e dibattiti
legati a tale settore.
La critica mi definisce il Poeta della Gente Comune
- oltre che il Nuovo Delfino della Poesia Contemporanea Giovanile, e per
tale titolo ricevo continuamente numerose mail di congratulazioni.
Sono discusso - criticato - censurato ed amato, da esperti del settore e
dalla gente comune che mi ha letto attraverso Premi Letterari, ma molti
giovani e non, non sanno neppure che esisto.
Con questo cosa voglio
dimostrare?
E perché!
Lungi da me ogni riferimento di presunzione o di
Vipperia,(termine che uso in gergo per
indicare una persona famosa) perché non mi sono montato la testa né, tantomeno, sono un tipo
che si vanta di essere l’unico poeta a 30anni in Italia che ha la bellezza
di 1750 poesie già visionate e criticate, e che ha fatto un corso con
Busi.
Ho solo 7 Romanzi nel cassetto ed una sola pubblicazione in Italia,
ma presto ne verranno altre, solamente perché son dovuto sottostare a regole a dir poco mafiose e
politiche sull’esistenza di potere che l’Editoria Nazionale Possiede.
Ma
allora io mi chiedo, questa lettera, questo sfogo, questo conciliante
senso di confronto, di scambio, di crescita a cosa serve, cosa può
nutrire, se attraverso un ricordo di un Poeta come Pascoli ben piazzato si
lascia morire un talento della New Generetion Poetry Made in Italy?
Cosa
servono eventi culturali - convegni - se sono sempre i soliti perbenisti a
farne e rifarne i giri di piazze e piazzette, a volte anche pagando pur di
essere lì ed essere applauditi!
Se io un giorno diventerò un noto ed
illustre Poeta, (Speriamo!) vorrei essere ricordato come il Giovane Poeta Infranto che
emozionò tutti con il calore della sua poetica ombra. E soprattutto per
essere stato un anticonformista del benismo culturale poetico Italiano.
Perché dovete sapere che - Poeti si nasce - non si diventa - ne tantomeno
ci
si muore - ma, si vive.
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