Oltre l’orizzonte
di Lylo Santamaria Bella
Smarrito tra oblii di sogni infranti cerco ancora qualcosa di me.
Una traccia - un frammento, un’impronta, un Io di desiderio ancora appeso
tra le stelle, quelle che non cadono più dal cielo, spesso di illusioni
indiscutibili.
Ho cercato di credere ancora che oltre la follia inspiegabile ci fosse la
ragione di un bene mancante da soddisfare; ma il bisogno di credere ancora
che si è unici – veri – liberi è forte, presente - grande.
Credevo all’amore, all’amicizia, a quella Fede insaziabile di saggezza
infinita che faceva la differenza, a quell’Io che voleva comprendere il
tutto ed il niente; e forse chissà, tra tutte le esperienze vissute credo
che sia rimasto sterile, malgrado vani tentativi di quel conoscere e
sapere che mi hanno concesso il privilegio del comprendere, osando, quel
tutto e quel niente..... e poi… chissà se sarò cresciuto, o forse si - forse no
. Mi accorgo del mio Io stanco, esule, prigioniero di ideali che non mi
appartengono, di valori che mi stanno stretti, di regole incomprensibili e
ingiuste; facendo della mia umana condizione un’esistenza piena di niente,
di nulla, di vuoto.
Il mio Poeta Infranto ha smarrito il suo dono di
raccontare le favole attraverso le parole che commuovono - che fanno
riflettere - che entrano nel cuore.
Chissà perché, gli uomini non parlano più così… … non parlano più con loro
stessi - senza scoprire dentro la loro poesia.
Si cibano di materie che non creano lo scopo, che non inducono alla
riflessione, alla crescita, che non danno coraggio nel raggiungere mete
difficili e irraggiungibili.
Essi si annientano, si denigrano, si
annullano prima ancora di valutare in se stessi la propria capacità di
esistenza. Non ho mai visto un uomo combattere per i suoi scopi
spirituali.
Tu lo hai visto.
Sono forse stanchi di tutto questo benessere,
di tutto questo sviluppo sociale e tecnologico, che fanno fatica a credere
se un sorriso è dato da una forte emozione o dalla loro condizione
economico-sociale; e pensandoci bene quel sorriso forse l’hanno pure
pagato. Vorrei tanto mangiare quella mela, il frutto proibito per eccellenza, il
frutto del peccato, della magia, della scienza, del mondo; e scoprire
così, se il mio principe viene a svegliarmi da questo lunghissimo sonno,
se il mio Adamo mi convincesse a non esagerare, a non andare oltre, perché
in fondo l’orizzonte può anche essere insicuro, violento, tenebroso,
infido, instabile, incoerente.
In quella mela c’è il sapore
dell’esistenza, della saggezza e del sapere… chi me ne darà un boccone per
capire, per illuminarmi di immenso e comprendere il senso di tutto questo.
Tu amico puoi provarci se vuoi! Se puoi!
Vorrei tanto essere il maestro di me stesso e credere che in fondo a tutto
questo andare ci sia qualche strada che mi riconduca alla meta del mio
ritorno, e sperare che dopotutto, ne è valsa la pena andare oltre quell’orizzonte chiamato Vita.
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